L'olio di oliva e le sue proprietà benefiche
Perché usare l'olio di oliva quotidianamente in una dieta equilibrata
L'olio di oliva è l'olio alimentare più consigliato al mondo da tutti i dietologi.
Si estrae dai frutti di diverse varietà del genere Olea, con precisione dall'Olea Europea.
La produzione e il commercio dell'olio di oliva sono in mano ai paesi che affacciano nel bacino del Mediterraneo i quali detengono quasi tutta la produzione mondiale.
Composizione chimica dell'olio di oliva
La composizione chimica dell'olio è influenzata da diversi fattori quali il clima, il periodo di raccolta, la varietà del frutto e la maturazione.
I principali costituenti dell'olio di oliva sono i trigliceridi, anche chiamati frazione saponificabile (98-99%) mentre la restante parte è data dalla frazione insaponificabile (1-2%) quali idrocarburi, fitosteroli, vitamine liposolubili, polifenoli e alcoli alifatici.
I trigliceridi a loro volta vengono suddivisi in misti 45% (hanno tre acidi grassi diversi) e semplici 55% (hanno tutti e tre gli acidi grassi uguali). Inoltre si rilevano piccole tracce di monogliceridi e digliceridi.
I tre acidi grassi principali presenti nei trigliceridi sono l'acido palmitico, l'acido oleico e l'acido linoleico. L'acido palmitico (C16:0) è un acido grasso saturo quindi privo di doppi legami; l'acido oleico (C18:1) è un acido mono insaturo e presenta quindi un solo doppio legame; l'acido linoleico (C18:2) è un acido polinsaturo e presenta due doppi legami.
In un un olio di buone qualità la quantità di acido oleico non dovrebbe mai essere inferiore dal 73% e l'acido linoleico non superare mai il 10%. Se il frutto viene lasciato a lungo sulla pianta si riscontra una progressiva diminuzione dell'acido oleico e palmitico e un aumento dell'acido linoleico.
Benefici dovuti all'assunzione di olio di oliva
L'acido oleico apporta numerosi benefici al corpo umano: favorisce la diminuzione del colesterolo, svolge un'azione azione antiossidante e aiuta la secrezione biliare.
Questo acido è facilmente digeribile dall'uomo sia perché favorisce la secrezione pancreatica sia perché avendo un punto di fusione più basso rispetto alla temperatura corporea, permette un'idrolisi molto veloce da parte della lipasi pancreatica. Viene assorbito facilmente dalla mucosa intestinale e aiuta la secrezione biliare, sostanza attraverso cui i lipidi possono essere assorbiti dall'organismo.
Un altro componente importante dell'olio di oliva è la vitamina E. Tale vitamina chiamata anche alfa-tocoferolo è un potentissimo antiossidante utilizzato dal nostro organismo per prevenire le ossidazioni a carico degli acidi grassi insaturi ma anche per bloccare il processo già in atto. Queste reazioni vengono innescate dai radicali liberi, molecole altamente instabili, le quali vanno ad attaccare le lunghe catene di trigliceridi sottraendo elettroni e scatenando instabilità. La vitamina E, per bloccare tali reazioni, dona due atomi di idrogeno al radicale il quale si stabilizzerà e non ossiderà il trigliceride.
Oltre alla vitamina E anche i polifenoli inibiscono i processi ossidativi e migliorano anche le caratteristiche organolettiche dell'olio.
L'acido oleico previene i fenomeni di perossidazione lipidica e riduce le quantità di colesterolo LDL (colesterolo cattivo) nel sangue senza intaccare la percentuale delle HDL. Infatti, gli acidi grassi saturi o meglio i loro trigliceridi formano le lipoproteine, molecole responsabili del trasporto del colesterolo nel sangue.
Se in una dieta assumiamo molti acidi grassi saturi sarà ovviamente correlata l'elevata presenza del colesterolo. Ed è per questa relazione che in un piano alimentare equilibrato bisogna assumere piccole percentuali di grassi saturi e quantità più elevate di grassi insaturi.
Tutti i processi di ossidazione e perossidazione lipidica danneggiano l'alimento producendo il classico odore di rancido che si sente se lasciamo l'olio esposto ad una fonte di calore. Durante queste degradazioni non solo si creano sostanze volatili dagli odori sgradevoli, ma avremo la formazione di molecole tossiche o addirittura cancerogene per l'uomo.
All'acido miristico e all'acido palmitico vengono attribuiti effetti ipercolesterolemizzanti, ovvero un aumento del colesterolo totale ed in particolare della frazione LDL.
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