Acqua potabile
Parametri organolettici, chimico-fisici e microbiologici dell'acqua potabile
Per definizione l'acqua potabile è un'acqua limpida, inodore, incolore, insapore e innocua, priva cioè di microrganismi patogeni e sostanze chimiche nocive per l'uomo; parlare di acqua potabile è diverso dal parlare di acqua minerale.
La normativa di riferimento è il DL 31/01, in attuazione alle direttive europee, che più in generale parla di acque destinate al consumo umano, ossia tutte le acque, qualunque ne sia l'origine, allo stato in cui si trovano o dopo trattamento, che siano:
a) fornite al consumo;
b) utilizzate dalle industrie alimentari nella fabbricazione, trattamento e conservazione degli alimenti.
A livello normativo, la potabilità dell'acqua viene determinata mediante il controllo del soddisfacimento di alcuni requisiti:
Parametri organolettici dell'acqua potabile
Colore, torbidità, odore e sapore devono rispondere ad esigenze di gradevolezza dell'acqua, anche perché spesso l'alterazione di questi parametri è indice di inquinamento.
Parametri chimico-fisici
I valori di tali parametri sono fortemente legati alle proprietà igieniche e alimentari delle acque, nonché alla loro idoneità ad essere utilizzate per i vari usi domestici (cottura alimenti, bucato, etc.) e ad essere distribuite mediante i normali impianti idraulici.
- Temperatura: 12-25 °C; già a 15 °C l'acqua risulta sgradevole ed è favorita la proliferazione batterica;
- pH: 6.5-9.5; acque troppo acide causano fenomeni di corrosione, mentre acque troppo basiche sono sgradevoli;
- Durezza totale (contenuto di sali di calcio e magnesio, del tipo HCO3−, Cl−, SO42−, NO3−): 15-50 gradi francesi; le acque dure presentano molteplici inconvenienti: incrostano pentole e macchinari per precipitazione del calcare (carbonato di calcio), riducono il grado di cottura di alcuni cibi, non sono idonee al lavaggio con i saponi tradizionali;
- Cloruri: 250 μg/L; possono essere indice di inquinamento da deiezione umana o animale;
- Ione ammonio (NH4+): 0.5 μg/L; generalmente deriva dall'azoto proteico e quindi da fenomeni di inquinamento organico-biologico in atto (allo stesso modo, nitriti NO2− nitrati NO3− che dall'ammonio derivano per successiva ossidazione, ma anche da fertilizzanti);
- Ione ferroso (Fe2+): 200 μg/L; la relativa ossidazione dà origine a composti ferrici con alterazione delle proprietà organolettiche dell'acqua;
- Ione manganoso (Mn2+): 20 μg/L; la relativa ossidazione da origine a composti manganici con alterazione delle proprietà organolettiche dell'acqua;
Inoltre, presenza di sostanze che oltre certi limiti molto ristretti costituiscono un pericolo per il consumatore: metalli pesanti, cianuri, arsenico, antimonio, vanadio, selenio, antiparassitari e pesticidi.
Parametri microbiologici dell'acqua potabile
Sono indice di inquinamento di origine fecale (Escherichia Coli, enterococchi, etc.) e di scarsa pulizia delle acque per superficialità o scarsa protezione della fonte (colonie su agar per determinare la carica batterica totale).
In passato per l'approvvigionamento idrico venivano utilizzate quasi esclusivamente le acque dei pozzi e delle sorgenti.
Con l'aumento del consumo (400 L/giorno pro capite nelle grandi città) si deve oggi ricorrere sempre più all'impiego di acque superficiali notevolmente inquinate.
Principali fonti di inquinamento idrico:
- piogge acide (dall'immissione industriale di NOx e SOx in aria ove generano i relativi acido nitrico e acido solforico) che si infiltrano nel sottosuolo e, trascinando tra l'altro con sé metalli tossici dal terreno, inquinano le falde acquifere;
- pratiche agricole che prevedono l'uso di fertilizzanti e fitofarmaci;
- vicinanza di acque salmastre o marine
- discariche di rifiuti urbani e industriali
- acque reflue urbane: acque di scarico e reflue da natura civile (liquami in gran parte resi innocui dalla naturale azione ossidante dell'ossigeno che viene a contatto con l'acqua in presenza di radiazioni solari, detersivi con tensioattivi anionici e coadiuvanti fosfatici che causano l'eutrofizzazione) e industriale (immissione di metalli pesanti, acidi e basi, acque ad elevate temperature, coloranti, grassi e olii, idrocarburi, liquami, etc.). Secondo le normative comunitarie (dir. 91/271 CEE) e nazionali tutte le acque reflue immesse nella rete fognaria o direttamente nei corsi d'acqua devono prima subire trattamenti per abbattere gli inquinanti e rispettare alcuni parametri fondamentali.
Le acque superficiali da avviare al trattamento di potabilizzazione devono rispondere ad alcuni requisiti previsti dalle norme e vengono classificate in tre categorie a seconda del loro grado di inquinamento:
- categoria A1 (le migliori qualitativamente) per le quali è previsto un semplice trattamento fisico e la disinfezione;
- categoria A2 (di caratteristiche intermedie) per le quali è previsto un trattamento fisico, chimico e disinfezione;
- categoria A3 (le più inquinate) per le quali è previsto un trattamento fisico e chimico spinto, l'affinazione e la disinfezione.
Non ti rimane che consultare la scheda relativa al trattamento delle acque destinate al consumo umano.
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