Analisi volumetrica
Analisi volumetrica - volumetria
L'analisi volumetrica o volumetria è un metodo di analisi chimica per titolazione: in essa il componente desiderato viene determinato indirettamente dal volume e dalla concentrazione di una soluzione usata nella titolazione.
Nell'analisi volumetrica il campione da analizzare viene pesato, disciolto in un opportuno solvente o reagente e, se necessario, sottoposto a trattamenti o separazioni preliminari. Quindi sulla soluzione risultante viene condotta la titolazione.
Da essa deriva che, mediante l'aggiunta di un volume misurato di una soluzione di nota concentrazione a una soluzione in cui la concentrazione delle specie da determinare è sconosciuta, si può risalire mediante calcoli stechiometrici alla quantità assoluta di quest'ultima.
Per condurre una titolazione è necessario disporre di:
- soluzioni a concentrazione nota e quindi prodotti chimici di purezza conosciuta per preparare tali soluzioni;
- apparecchiature calibrate, cioè burette, microburette, pipette e palloni tarati.
Presupposti chiave dell'analisi volumetrica
I presupposti di una analisi volumetrica sono quattro e precisamente:
- la reazione chimica che è alla base della titolazione deve essere stechiometrica e rappresentabile con un'equazione chimica;
- la reazione deve essere istantanea o veloce;
- è necessario che nella soluzione da titolare non siano presenti altre sostanze capaci di reagire col reattivo titolante o quanto meno queste possano essere preventivamente allontanate (ad esempio CO2 per ebollizione) oppure mascherate rispetto al titolante (aggiunta di complessanti);
- il punto finale o punto stechiometrico della titolazione deve poter essere apprezzato con la necessaria precisione in conseguenza di un improvviso cambiamento delle condizioni fisiche del sistema (cambiamento di colore, intorbidamento persistente). Talvolta questo cambiamento è proprio della soluzione impiegata (per esempio lo scoloramento del permanganato di potassio), ma più frequentemente esso è provocato dalla presenza di un reattivo ausiliario, scelto volta per volta e chiamato perciò indicatore.
Quando ne sia impossibile l'apprezzamento visivo, il punto finale può determinarsi seguendo la variazione del potenziale elettrico (si ha allora una titolazione potenziometrica) o della conducibilità della soluzione (e si parla in tal caso di una titolazione conduttometrica) durante la titolazione.
Le reazioni che si impiegano in volumetria si dividono in due categorie:
- quelle non accompagnate da cambiamento del numero di ossidazione degli ioni reagenti;
- quelle di ossidoriduzione, che implicano un cambiamento del numero di ossidazione con trasferimento di elettroni.
Alla prima categoria appartengono: le reazioni di neutralizzazione (acidimetria, alcalimetria, processi idrolitici), le reazioni di precipitazione, le reazioni complessometriche.
Le reazioni comprese nella seconda categoria possono essere di permanganometria, iodometria, cerimetria, ecc.
Altre info le trovi qui: titolazione.
Esistono quattro diversi tipi di titolazione acido-base:
- titolazione di acidi forti con basi forti;
- titolazione di acidi deboli con basi forti;
- titolazione di basi deboli con acidi forti;
- titolazione di basi foti con acidi forti.
Oltre alla titolazioni acido-base molto importanti sono anche le titolazioni redox.
Ti potrebbe interessare: analisi gravimetrica.
Studia con noi