Lana
Caratteristiche e produzione della lana
La lana è una fibra tessile che costituisce il pelo del vello di diversi animali, quali gli ovini (pecore e capre) ed i camelidi (cammello, lama, vicuna, alpaca, guanaco).
È ottenuta principalmente dalle pecore della specie Ovis aries e costituisce il 90% delle fibre naturali di origine animale.
Conosciuta fin dagli albori della civiltà, sembra che il suo uso fosse abbondante presso gli antichi popoli della Mesopotamia e gli Ebrei.
Dalla Palestina e dalla Fenicia, l'uso della lana come fibra tessile, passò poi in Grecia ed a Roma.
I Romani furono i primi ad impiantare delle fabbriche in Gran Bretagna.
La lana era conosciuta anche presso i popoli andini, che invece ignoravano l'esistenza del lino e della seta.
In Europa i maggiori produttori sono l'Inghilterra, la Spagna, la Francia, l'Italia, ma i paesi dove l'allevamento delle pecore ha raggiunto vertici elevatissimi sono l'Australia, la Nuova Zelanda (dove si producono le lane più pregiate, ottenute dal vello delle pecore merinos, una razza selezionata inizialmente in Spagna), l'Argentina ed il Sud Africa.
Le lane italiane che si ottengono dalla tosa di numerose varietà di razze, sono in generale scadenti perché a fibra corta e vengono utilizzate per stoffe ordinarie, coperte e materassi. Nell'Italia centro-meridionale si producono tipi pregiati con la razza merina, ma in quantità limitata.
Qualità commerciali della lana
A seconda della provenienza e dell'animale da cui è prodotta, variano le caratteristiche della lana.
I principali tipi di lana sono:
Lana merino: è ottenuta dalla pecora merino che produce una fra le migliori lane, fine e soffice.
Mohair: è ottenuta dal vello della capra d'Angora, è prodotta principalmente in U.S.A., Turchia, Sud Africa. Si tratta di una lana molto lunga, particolarmente resistente all'abrasione ed all'uso prolungato.
Cashmere: deriva dalle capre dell'India del Nord, Tibet, Iran ed Afghanistan. È una lana non molto lunga (25-80 mm) ma estremamente fine (circa 15 µm di diametro). Per la sua finezza e la sua sofficità è considerata una delle migliori e più desiderate fibre tessili.
Cammello: è una fibra che costituisce il vello del cammello, prodotta specialmente in Cina e Mongolia, lunga da 15 a 25 mm, soffice e fine come la lana merino.
Alpaca: è una specie di lama delle Ande (Lama pacos) che produce una lana tenace, con aspetto lucente. È generalmente più fine della mohair.
Vicuna: anch'essa deriva da un lama (Lama vicugna) estremamente difficile da addomesticare. Il vello di un animale pesa soltanto mezzo chilo e la fibra che si ottiene è considerata la più fine e la più rara lana del mondo.
Trattamenti della lana
Dopo la tosatura dell'animale e prima di giungere agli stabilimenti di filatura e tessitura, la lana greggia (vedi figura) è sottoposta alle operazioni seguenti:
- lavaggio e sgrassatura;
- imbianchimento ed azzurraggio;
- cloraggio;
- carbonizzazione;
- tintura.
Quest'ultima operazione può essere effettuata anche dopo tessitura.
Lavaggio e sgrassaturaDopo il lavaggio con acqua dolce corrente, che ha lo scopo di asportare la parte solubile del sudiciume, la lana greggia, previa battitura per separare le impurezze terrose, viene assoggettata al trattamento con soluzioni tiepide (45-50°C) di saponi neutri o alcalini.
Il lavaggio si compie meccanicamente in vasche di varia forma e dimensioni disposte in serie.
L'ultima vasca ha la funzione di risciacquare la lana con acqua pura.
Imbianchimento e azzurraggio
A parte alcune lane colorate in bruno o nero, che non hanno bisogno di essere sottoposte alla tintura, quelle comuni vengono sottoposte alla sbianca prima di essere tinte.
La sbianca si pratica tanto sul filato che sul tessuto, adoperando mezzi riducenti (acido solforoso, solfiti e idrosolfiti alcalini) ed anche ossidanti (acqua ossigenata, perossido di sodio, ecc.).
Alla sbianca segue, in generale, un lieve azzurraggio che si effettua con soluzioni molto diluite di coloranti azzurri, sufficienti per mascherare il lieve colore giallo che riappare dopo il candeggio e l'esposizione all'aria.
Cloraggio
Per quanto con il cloraggio assuma un colore giallastro, la fibra di lana viene talvolta sottoposta a questo trattamento per aumentarne l'affinità verso le sostanze coloranti; è però un'operazione delicata che, se spinta troppo oltre, può danneggiare la fibra.
Per il cloraggio, oltre agli ipocloriti alcalini, cloruro di calce e cloro gassoso, si adoperano le clorammine, che danneggiano meno la fibra; esse sono però più costose.
Anche per conferire irrestringibilità ed infeltrabilità ai tessuti di lana si può impregnare il materiale con poliammidi e sottoporlo ad un successivo trattamento termico con un poliepossido.
Carbonizzazione
Per togliere le impurezze vegetali che talvolta l'accompagnano, la lana in fiocco od in tessuto viene trattata in modo da trasformare per mezzo di reattivi chimici (es. acido solforico diluito, bisolfito di sodio) la cellulosa dei vegetali in idrocellulosa, eliminabile poi con mezzi meccanici.
Segue un lavaggio accurato e l'essiccamento.
Tintura
Si procede infine alla tintura della fibra con coloranti acidi, per la maggior parte acidi solfonici, talvolta carbossilici.
Struttura morfologia della lana
Pur essendoci delle differenze tra i vari tipi di lana, la tipica fibra della lana è mostrata nella figura seguente dove riproduciamo l'aspetto che essa ha al microscopio elettronico a scansione.
La fibra di lana si può pensare costituita da 3 strati, partendo dall'esterno.
Il primo strato è una membrana idrofoba che protegge la fibra come una specie di vernice. Unica parte non proteica, l'epicuticola, è però fornita di fori sottilissimi che lasciano passare il vapore d'acqua.
Sotto tale membrana si trova il secondo strato detto cuticola, formato da tante scaglie, fissate in modo univoco e tutte disposte nel senso della punta della fibra. Questa disposizione è di fondamentale importanza per alcune proprietà della lana, come il potere feltrante.
Nell'interno della cuticola si trova la maggior parte della fibra (oltre il 90%), detto cortice, formato da milioni di cellule fusiformi. Il cortice non è unico, ma formato in due distinte sezioni (ortocortice e paracortice) in cui le proteine che le costituiscono differiscono sia pure leggermente nelle proprietà fisiche e chimiche.
Nel centro del cortice, in molte fibre, specialmente le più grosse, può trovarsi un canale detto midollo della fibra.
La sostanza fondamentale che costituisce la fibra della lana è la cheratina, proteina avente la seguente formula empirica: C72H112N18O12S.
Caratteristiche della lana
La fibra di lana è quasi cilindrica e la sua finezza può essere indicata con il diametro: esso varia, a seconda dei tipi, da 10 a 130 µm; la lunghezza della fibra va da 20 a 300 mm. Il colore varia dal bianco al nerastro.
La lana è una fibra naturalmente arricciata e tale ondulazione conferisce voluminosità, potere coibente ed elasticità ai manufatti; le lane migliori presentano fino a 40 ondulazioni per cm, quelle scadenti 8-10.
Le proprietà meccaniche della lana non sono eccezionali; è però una fibra molto resiliente perché combina un alto allungamento con un alto recupero elastico.
Questa sua elasticità non è dovuta solo alla struttura ondulata, ma a quella molecolare ed alla natura dei legami chimici che uniscono le varie catene molecolari.
Le molecole della lana sono piuttosto aggrovigliate e quando la fibra viene allungata, sono costrette a distendersi, ma i legami chimici intermolecolari fanno si che appena la forza di trazione cessa, ritornino allo stato iniziale. Per questo la lana, a secco, ha un recupero elastico del 99%, al 2% di deformazione.
In condizioni normali essa ha un contenuto di umidità del 16-18%, ma ne può assorbire fino al 30-40%.
La densità della lana è di 1,32 g/cm3.
In acqua bollente la lana diventa plastica, perdendo la sua elasticità.
A 130°C, a secco, comincia a decomporsi e ad ingiallire. A 300°C carbonizza con odore caratteristico.
La lana viene attaccata profondamente dagli acidi e dalle basi concentrate, mentre le soluzioni diluite influiscono su alcuni caratteri della fibra: aumenta così il potere feltrante e diminuisce la lucentezza e l'elasticità.
L'acido nitrico concentrato l'attacca profondamente anche a freddo, colorandola dapprima in giallo.
Con le soluzioni alcaline diluite rigonfia a freddo, ma a caldo viene attaccata chimicamente.
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