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Iridio

Proprietà e composti dell'iridio

L'elemento iridio (il cui nome deriva dalle varie colorazioni dei suoi sali), insieme all'osmio, fu scoperto e isolato nel 1804 da G. Tennant nei residui della lavorazione dei minerali del platino.

È un elemento rarissimo: costituisce meno del 5·10-8 % della crosta terrestre.

Si trova allo stato elementare, in lega con l'osmio, il platino e minori quantità di rodio, rutenio, rame, ferro e altri metalli, soprattutto nei minerali osmiridio e platinoiridio.

L'iridio è un metallo di colore argenteo lucente, con ottime caratteristiche di durezza e tenacità a elevate temperature. Tra i metalli l'iridio è uno dei più resistenti all'azione dei reagenti chimici, soprattutto se è in forma compatta: non è attaccato dagli acidi nemmeno a caldo e non si discioglie in acqua regia.

Gli alogeni, gli idrossidi fusi in presenza di ossidanti, i cianuri alcalini fusi attaccano solo molto lentamente il metallo in massa.

In tali condizioni rimane inalterato all'aria anche a elevate temperature, mentre se è in forma polverulenta si ossida lentamente al di sopra dei 600°C.

iridio

Iridio

Composti dell'iridio

L'iridio può presentare nei suoi composti diversi stati di ossidazione (da -2 a +6), i più comuni però sono gli stati +3 e +4.

Come tutti gli elementi di transizione l'iridio forma numerosi complessi di coordinazione, sia cationici sia anionici, alcuni dei quali molto stabili.

Tipici, per esempio sono l'anione esacloroiridio IrCl62− e il catione esamminoiridio [Ir(NH3)6]3+.

Utilizzo dell'iridio

Le applicazioni dell'iridio si basano sulle eccezionali proprietà di resistenza alla corrosione e durezza (anche a elevate temperature) che questo metallo può impartire ad alcune leghe.

In lega con il platino (fino al 30% di iridio) è impiegato in gioielleria, per parti di strumenti chirurgici, per contatti elettrici e in generale per parti di apparecchiature soggette a condizioni di funzionamento molto severe.

iridio nativo

Iridio nativo

Metodo di produzione dell'iridio

L'iridio viene estratto dai suoi minerali con diversi processi.

Se il minerale di partenza ha già un elevato tenore in iridio può essere fuso con perossido di sodio o miscela alcalina ossidante.

Segue poi un trattamento con acqua allo scopo di allontanare l'osmio sotto forma di sali solubili (ed eventualmente anche il rutenio), mentre rimane un residuo di diossido idrato di iridio.

Da questo viene preparato il sale ammonico complesso [NH4]2[IrCl6], che viene purificato per cristallizzazione e ridotto con idrogeno a iridio metallico.

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