Biotecnologie
Che cosa sono le biotecnologie?
Non è semplice dare una definizione di "biotecnologie".
Una che potrebbe essere esaustiva è la seguente: la biotecnologia è l'applicazione tecnologica che usa sistemi biologici, organismi viventi o derivati di questi per produrre o modificare prodotti o processi per un fine specifico.
Da un punto di vista storico, le biotecnologie sono nate con la civiltà umana, se pensiamo a quando l'uomo ha imparato a lievitare la farina per produrre il pane oppure a fermentare il latte per produrre burro, formaggi, ecc.
Anche in questi casi infatti si utilizzano organismi (microrganismi come i lieviti ad esempio) per ottenere prodotti utili a specifici fini come l'alimentazione.
Le biotecnologie hanno dunque accompagnato tutto il cammino dell'uomo, ma indubbiamente negli ultimi anni hanno avuto la loro "età dell'oro".
Oggi quando utilizziamo questo termine pensiamo immediatamente ai laboratori, alle cellule staminali, agli organismi geneticamente modificati e a applicazioni simili a queste.
Le biotecnologie intese come insieme di tecniche in grado di maneggiare e dunque modificare il DNA, la molecola che costituisce il codice della vita di ogni organismo, sono nate nel recente passato.
Breve storia delle biotecnologie
Il padre delle biotecnologie "innovative" potremmo definire così quelle a cui tutti pensiamo quando utilizziamo il termine è Pasteur che tra il 1857 e il 1876 comprende la produzione della birra e i microrganismi che la permettono.
Individua inoltre i batteri responsabili della fermentazione del latte e del burro ed i microbi responsabili delle modificazioni del vino e della birra.
Pasteur è anche il creatore di un vaccino per la rabbia ottenuto selezionando mutanti del virus della rabbia che hanno perduto la virulenza nei confronti dell'uomo. Si tratta di un approccio che anticipa la biotecnologia moderna basata sull'ingegneria genetica.
Un'altra tappa importante è raggiunta nel 1878 quando sono scoperti dei componenti delle cellule di lievito che vengono chiamati "enzimi" che sono stati la chiave di volta per l'espansione delle biotecnologie.
Un altro padre, questa volta della vera e propria ingegneria genetica, così interconnessa alla biotecnologia è Griffith, il quale scopre che i batteri, attraverso il processo definito trasformazione batterica, possono acquisire materiale genetico da altri batteri, acquisendo caratteristiche e funzioni nuove.
Ma la scoperta forse più importante dal punto di vista applicativo per la nascita e l'evoluzione delle moderne biotecnologie è senza dubbio quella che si deve a W. Arber, microbiologo svizzero che insieme a D. Nathans e H. Smith nel 1978 ricevette il premio Nobel in medicina "per la scoperta degli enzimi di restrizione e la loro applicazione a problemi di genetica molecolare".
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