Storia della carta
Breve storia della carta
L'espressione scritta sorse come bisogno per l'uomo di comunicare il proprio pensiero ad un suo simile, ma forse più ancora, almeno agli albori della civiltà, come necessità di tramandare ai posteri un avvenimento, un contratto, una preghiera.
È certo che tra le varie espressioni attraverso le quali la civiltà si è manifestata, la scrittura rappresenta quella più nobile, più evoluta e pertanto quella che ha maggiormente contribuito allo sviluppo della civiltà stessa.
La realizzazione della scrittura, però, fu possibile solo quando furono risolti due grandi problemi: l'interpretazione grafica del pensiero e la realizzazione di essa.
Per la prima molto lungo fu il cammino prima di giungere all'alfabeto attraverso segni, simboli, disegni, geroglifici, ecc.; per la seconda non meno lunghe furono le tappe, a cominciare dalle tavole d'argilla, di legno, di metalli dolci, a quelle di piombo o d'avorio, dalle pelli di animali alle sete pregiate.
Difficile è stabilire le date, anche approssimative, delle varie evoluzioni, perché non una, ma tante civiltà si svilupparono in luoghi diversi, con sfasamenti anche di secoli.
Pare accertato che all'incirca 3000 anni a. C. sia apparso la carta di papiro, che ha segnato una pietra miliare nell'evoluzione storica del materiale scrittorio.
L'uso del papiro cessò alle soglie del basso Medioevo per lasciare il posto alla pergamena.
Scoperta della carta
La scoperta della carta è universalmente attribuita ad un ministro cinese di nome Ts'ai Lun, nel 105 d.C.
Ts'ai Lun osservando una lavandaia che stava sciacquando nell'acqua alcuni panni piuttosto logori, notò che si sfilacciavano e le fibrille galleggianti andavano ad unirsi su una piccola insenatira.
Con il passare dei giorni, notò che le fibrille avevano formato un velo che lui raccolse delicatamente e fece asciugare al sole. Si venne a formare un foglio secco, bianco e morbido, che diede a Ts'ai Lun la grande idea che poteva essere usato come supporto per la scrittura.
La sua qualità di ministro gli giovò certamente per realizzare quell'idea, ma purtroppo non ci sono noti i particolari delle prime lavorazioni, molto probabilmente perché tenute in gran segreto.
Come veniva anticamente prodotta la carta
Il primo procedimento per la fabbricazione della carta usava la corteccia di una varietà particolare di gelso (Brussonetia papyrifera).
I rami della pianta erano privati della corteccia e quest'operazione era facilitata per immersione in acqua calda. Il legno serviva da combustibile per le successive operazioni.
La corteccia era tagliata a fettucce, asciugata all'aria, in modo che lo strato esterno di sughero si screpolasse e fosse più facile asportarlo, quindi immersa in acqua corrente e dilavata per molto tempo.
A questo punto le fettucce erano cotte con acqua e calce per molte ore, ottenendo una pasta che veniva lavata ancora in acqua e poi sottoposta alla battitura, cioè frustata con verghe allo scopo di ottenere la completa separazione delle fibre e di impartire alla massa la necessaria pastosità.
La pasta così pronta si diluiva con abbondante acqua in un tino. In questo si immergeva una specie di setaccio a forma rettangolare con i bordi leggermente rialzati (vedi immagine seguente), che conteneva una quantità dosata di sospensione fibrosa.
Con opportune scosse e inclinamenti della forma si cercava di ottenere un foglio di spessore uniforme.
Il foglio era poi pressato, staccato per ribaltamento dalla forma, disteso su di una tavola di legno ed asciugato all'aria.
Nel corso dei secoli l'arte di fabbricare la carta giunse anche in Europa. La materia prima originaria, cioè il gelso, fu sostituita dal lino, dalla canapa e dagli scarti tessili (cenci).
Sembra spetti alle popolazioni italiche il merito di aver compiuto i primi passi verso una produzione, per così dire, più industriale della carta. Infatti qui molte operazioni puramente manuali furono meccanizzate, sia pure con i mezzi rudimentali allora conosciuti, a vantaggio della produzione e dei costi. Comparvero i primi pestelli mossi da ruote a pale che una piccola cascata d'acqua faceva muovere.
L'arte della carta si sviluppò nella Penisola durante l'undicesimo ed il dodicesimo secolo, affermandosi in molte città, quali Venezia, Modena, Amalfi e Cividale del Friuli.
A Fabriano, i primi documenti di sicura fabbricazione locale sono del 1283, ma è certo che da tempo anche più remoto tale artigianato era già in pieno sviluppo e sembra che proprio da Fabriano siano partiti i più famosi maestri di quest'arte, recatisi poi a diffonderla non solo in Italia, ma anche in Francia, in Svizzera, in Germania ed oltre, nei Paesi Bassi ed in Inghilterra.
Verso il 1400 ciascun paese europeo già disponeva di produzioni proprie. Negli anni a seguire, allo scopo di far fronte alla crescente richiesta di carta, gli sforzi dei mastri cartai si orientarono verso una meccanizzazione del processo produttivo della carta.
La prima rudimentale macchina continua per la produzione della carta
Spetta al parigino Louis Robert il merito di aver inventato e realizzato una prima rudimentale macchina continua per la produzione della carta nel 1799.
Modello della prima macchina continua per la produzione della carta (1799)
L'idea fu ripresa dai fratelli inglesi Fourdrinier, che finanziarono la costruzione di una macchina continua più larga e più produttiva. In America il loro nome sta ancora ad indicare, per antonomasia, la macchina continua da carta.
Oltre a quello di ricevere la scrittura o la stampa, un altro compito assolto dalla carta è quello di avvolgere o contenere; si parla in questo caso di carta da pacchi.
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