Pergamena
Breve storia della pergamena
L'uso del papiro cessò alle soglie del basso Medioevo per lasciare il posto alle pergamene; queste erano ottenute dalla pelle di alcuni animali mediante opportune conce e trattamenti.
Il loro nome deriva dalla città di Pergamo in Asia Minore, che Plinio descrive come centro spirituale dell'Ellenismo.
Vantaggi della pergamena
La pergamena presentava sul papiro molti vantaggi: maggiore robustezza, resistenza allo sgualcimento, all'azione del tempo, possibilità di essere scritta da ambo le facce e maggiore inerzia chimica.
Le pelli potevano essere di vitello, di pecora, di capra, di gatto, di cane, ecc. Erano lisciviate a freddo con calce dopo lavaggio con acqua bollente, raschiate dai peli e dalle asperità, lisciate con pomice e, tenute distese su appositi telai, seccate al sole.
Dalle pelli si ricavavano poi strisce larghe da 12 a 30 cm. Opportune giunte permettevano di ottenere nastri la cui lunghezza era variabile da qualche decimetro fino a 12 ed anche 20 metri.
Antica pergamena
La parte iniziale della pergamena era incollata su di un bastoncino rotondo, poco più lungo dell'altezza della striscia, sul quale si arrotolava il nastro.
Con la pergamena si confezionarono anche i primi libri, scritti a mano, per lo più codici, raccolte di preghiere o di salmi.
L'uso della pergamena durò in Europa fino al secolo XIV, mentre già si stava affermando la carta che essendo più a buon mercato, trovò subito un impiego più vasto.
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