Riassunto capitolo 36 dei Promessi Sposi
Riassunto capitolo 36 dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni
In questa sezione del sito è possibile leggere il riassunto del capitolo 36 dei Promessi Sposi.
Turbato e commosso dal pensiero di don Rodrigo morente, Renzo riprende la ricerca di Lucia e arriva alla cappella indicata da padre Cristoforo, dove si riuniscono tutti quelli scampati alla peste, in attesa di lasciare il lazzaretto.
Dalla costruzione ottagonale, aperta su ogni lato in modo che l'altare al centro possa essere visto da ogni apertura, compare padre Felice (riferimento nel riassunto del capitolo 31 dei Promessi Sposi) che rivolge ai sopravvissuti parole di conforto e di esortazione. A migliaia sono i morti, pochi quelli che torneranno a casa.
Pochi quelli preservati da Dio, per cui la vita ora è ancora più preziosa, un dono divino, una grazia, che va spesa, proprio tenendo vivo il ricordo della sofferenza subita in opere caritatevoli verso gli afflitti, perché tutti gli uomini sono fratelli.
Terminata la predica, dopo aver chiesto umilmente perdono al popolo di eventuali mancanze nell'adempiere il proprio ministero, il padre guida il corteo che sfila davanti a Renzo: Lucia non è tra i guariti, né tra i convalescenti e il giovane si avvia così verso il reparto riservato alle donne, sperando di trovarla tra gli ammalati, ma ancora viva.
L'incontro di Renzo con Lucia
Superata l'entrata vede in terra un campanello, di quelli che i monatti portavano a un piede e decide di legarlo come usavano fare quelli, sperando gli possa servire come lasciapassare.
Subito si mette alla ricerca tra le capanne, in mezzo a nuove sofferenze e ripetuti lamenti. Dopo tanta strada senza frutto, si sente chiamare alle spalle da un commissario che gli stava indicando una capanna dove c'era bisogno di aiuto.
Renzo allora capisce che il campanello è per lui più un impedimento che altro e si nasconde tra due capanne per levarselo; a quel punto sente una voce inconfondibile, la voce di Lucia, provenire da una delle baracche.
Con il cuore in tumulto si precipita dentro e la vede in piedi, viva, chinata sopra un letto dove si trovava un'altra donna. Renzo trema dalla commozione, finalmente ha ritrovato la sua Lucia viva.
La ragazza è turbata, invece, pensa al voto fatto e non vuole sentire ragioni; è decisa e irremovibile. Renzo, che non crede che la Madonna possa volere tanta sofferenza per una promessa fatta in un momento di estrema angoscia, deve andarsene.
Il giovane allora confida a Lucia di aver visto fra Cristoforo nel lazzaretto, di avergli parlato, di aver pregato per don Rodrigo morente e non comprende come Lucia, con la sua ostinazione, non voglia permettere l'espiazione di don Rodrigo; non vuole arrendersi e va a chiamare padre Cristoforo.
Lo scioglimento del voto
Il buon frate ascolta il racconto di Lucia e le fa capire che il suo gesto è nobile, ma fatto in un momento di agitazione e di angoscia; pertanto, se Lucia lo consente, ha l'autorità conferitale dalla chiesa, di scogliere un tale voto.
Lucia è felice di accettare e il frate, pronunciata la formula di scioglimento, esorta i due giovani a ritornare ai pensieri di un tempo, ora con una rinnovata disposizione d'animo: vivere il matrimonio in serenità, con la consapevolezza che il dolore sofferto li ha preparati ad una felicità più profonda e piena, data dalla consapevolezza che la vita è un viaggio verso l'eternità.
Con queste parole il frate che ha addosso i segni della morte imminente, li saluta affidando loro un prezioso scrigno che conteneva il pane del perdono.
Lucia resta nella capanna ad assistere la sua compagna legata a lei da un'affettuosa amicizia, una mercantessa che aveva perso il marito e tutti i figli e si era tristemente trovata padrona di un immenso patrimonio che voleva condividere con la ragazza. Renzo, invece, parte subito ala ricerca di Agnese, mentre il tempo minaccia tempesta.
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