Indio
Proprietà e composti dell'indio
L'elemento indio, che deve il suo nome all'intenso colore blu-indaco di una riga dello spettro di emissione, fu scoperto e isolato nel 1863 da F. Reich e H.T. Richter a partire da minerali di zinco.
È un elemento relativamente raro, costituendo il 5·10-5 % circa della crosta terrestre, ma è presente in piccole quantità in molti minerali di altri elementi, oltre che allo stato nativo e in alcuni suoi rarissimi minerali.
L'indio è un metallo di colore bianco-bluastro splendente, a basso punto di fusione, molto tenero (può essere scalfito con l'unghia anche a bassissima temperatura); è inoltre tanto plastico da poter essere deformato indefinitamente per compressione e da presentare il fenomeno della saldatura a freddo.
Pur essendo notevolmente elettropositivo, a temperatura ambiente è stabile all'aria poiché si ricopre di un sottile strato di ossido protettivo; a temperature molto elevate però brucia con fiamma bluastra formando il triossido In2O3.
Se non è finemente suddiviso non reagisce neppure a caldo con l'acqua e le soluzioni alcaline, mentre si discioglie facilmente in acidi minerali svolgendo idrogeno e formando sali di indio generalmente nello stato +3.
A temperature elevate reagisce violentemente con gli alogeni e con altri non-metalli (zolfo, fosforo, azoto), nonché con alcuni semimetalli (selenio, tellurio).
Indio
Composti dell'indio
I principali composti dell'indio corrispondono al suo numero di ossidazione +3; ne esistono altri, meno stabili, corrispondenti ai numeri di ossidazione +1 e +2.
Tra gli ossidi di indio il più stabile è il triossido In2O3, ottenibile per combustione dell'indio all'aria o per decomposizione termica del nitrato o di altri sali. Può essere facilmente ridotto con idrogeno e ammoniaca a metallo o all'ossido InO o In2O.
Tra gli alogenuri, il tricloruro di indio InCl3, che si può preparare per reazione diretta tra gli elementi, è un solido cristallino molto solubile n acqua, nella quale si idrolizza con facilità.
Tra i solfuri sono noti i composti In2S, InS e il trisolfuro di indio In2S3.
Tra i sali si ricordano il trisolfato di indio In2(SO4)3, il carbonato In2(CO3)3, il nitrato In(NO3)3, il cianuro In(CN)3, il fosfato InPO4.
L'arseniuro di indio InAs, e l'antimoniuro di indio InSb, sono semiconduttori e per le loro caratteristiche di fotoconduttori hanno trovato impiego in dispositivi elettronici.
Utilizzo dell'indio
L'indio è usato principalmente per la fabbricazione di leghe bassofondenti, di cuscinetti e altre parti in movimento nell'industria automobilistica; alcuni suoi composti (arseniuro, antimoniuro e fosfuro) hanno assunto una certa importanza come semiconduttori.
Metodo di produzione dell'indio
L'indio si può ottenere per elettrolisi di soluzioni di cloruro, nitrato o solfato di indio. Industrialmente si ottiene come sottoprodotto di altre estrazioni metallurgiche, soprattutto dello zinco e del piombo.
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