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Ipovitaminosi

Che cos'è l'ipovitaminosi?

Al giorno d'oggi nei paesi sviluppati non si osservano più le classiche manifestazione cliniche dovute alla carenza di una sola vitamina.

Con una certa frequenza si riscontrano però carenze marginali (ipovitaminosi), per lo più multiple, dovute a cause diverse che si esplicano in taluni gruppi di individui o di popolazioni più vulnerabili.

Le cause di ipovitaminosi possono essere: l'esclusione di alcuni alimenti dalla dieta, la cottura non corretta dei cibi, i tabù alimentari, l'alcolismo, disturbi dell'assorbimento gastrointestinale, le diete ipocaloriche, alcune terapie farmacologiche (specie se prolungate). Inoltre abitudini alimentari errate, molto diffuse al giorno d'oggi, portano spesso a un'eccessiva assunzione di calorie, non sempre equilibrate nei principi nutritivi non energetici. Si possono così verificare carenze di alcune vitamine e/o eccessi di altre.

Di seguito si riportano alcuni esempi della carenza di alcune vitamine e della sintomatologia conseguente.

1) Vitamine liposolubili

- Vitamina A

L'acido retinoico e il retinale sono le principali molecole coinvolte negli effetti biologici della vitamina A. Questa vitamina gioca un ruolo essenziale in diversi processi fisiologici, quali ad esempio: la visione, la risposta immunitaria, la crescita, lo sviluppo e la riproduzione cellulare.

Diversi aspetti relativi alla salute sono condizionati da un carenza di vitamina A, tipo la risposta immunitaria e lo sviluppo.

Carenze estreme di questa vitamina portano a xeroftalmia (occhi secchi), ulcerazioni corneali, cecità e aumento della mortalità, soprattutto nei bambini.

Nei paesi in via di sviluppo, la carenza di vitamina A è un problema di salute di grande importanza. È stimato che un terzo dei bambini con età inferiore ai 5 anni, soffra di carenza di vitamina A.

Nonostante la carenza di vitamina A non sia prevalente nei paesi Occidentali, le evidenze scientifiche indicano che aumentare il consumo carotenoidi, in forma di provitamina A e non (licopene, luteina e zeaxantina), può contribuire alla riduzione di molte condizioni patologiche croniche specialmente quando consumati tramite la frutta o i vegetali.

- Vitamina D

Negli esseri umani, il livello ottimale di vitamina D è comunemente definito essere di 30 ng/mL o superiore; livelli sotto 21-29 ng/mL sono generalmente considerati insufficienti e livelli inferiori a 20 ng/mL definiscono una carenza.

I segni precoci di carenza di vitamina D sono riduzione della concentrazione sierica di calcio e fosforo, iperparatiroidismo secondario e aumento della fosfatasi alcalina nel siero.

Segni più tardivi sono inadeguata mineralizzazione dello scheletro (rachitismo nel bambino e osteomalcia nell'adulto), debolezza muscolare, dolori e deformazione delle ossa.

- Vitamina E

È molto difficile produrre un deficit di vitamina E nell'adulto data la diffusione della vitamina negli alimenti e la presenza di deposti nell'organismo.

Nell'uomo è stata osservata una deficienza primitiva e spontanea nei neonati pretermine. Nei nati prematuri le riserve tessutali della vitamina sono scarse a causa del modesto passaggio transplacentare del tocoferolo e il deficit può instaurarsi in seguito all'uso di latte artificiali poveri in vitamina E.

Nel nato prematuro, la carenza di vitamina E, può portare ad anemia emolitica, disordini neurologici e oftalmici. Negli adulti, la carenza di vitamina può verificarsi in caso di problemi digestivi (soprattutto a carico dei lipidi) e malattie genetiche.

- Vitamina K

La carenza di questa vitamina negli adulti è alquanto rara. È possibile che si verifichi una carenza a causa di disfunzioni del tratto gastrointestinale, malattie epatiche, riduzioni della secrezione di bile e all'utilizzo cronico di antagonisti della vitamina (dicumarolo).

Nei neonati, la carenza di vitamina K, è molto pericolosa per la vita e porta ad una condizione nota come emorragia da carenza di vitamina K nei neonati. La profilassi di vitamina K alla nascita, è quindi diventata una pratica standard in molti paesi.

2) Vitamine idrosolubili

- Vitamina B1 (tiamina)

La carenza di vitamina B1 si manifesta tramite la malattia nota come "beri-beri", che causa problemi neurologici e/o cardiovascolari con effetto mortale se non curata con la somministrazione di tiamina. Carenze meno severe, possono risultare nella perdita di peso, irritabilità, confusione e disfunzione della memoria a breve termine (encefalopatia di Wernicke).

La diffusione di questa carenza è comune in particolare nei paesi in via di sviluppo, dove il riso brillato costituisce la maggior parte della dieta. I cereali integrali, infatti, sono un importante fonte di tiamina, tuttavia, la si ritrova esclusivamente negli strati più esterni della cariosside, che però vengono rimossi durante il processo di raffinazione.

- Vitamina B2 (riboflavina)

Poiché i coenzimi derivati dalla riboflavina sono intermediari delle principali reazioni metaboliche, una possibile carenza di questa vitamina ha conseguenze molto estese a livello biochimico. Inoltre è importante ricordare che i coenzimi derivati da questa vitamina sono coinvolti anche nel metabolismo di altre quattro vitamina: acido folico, piridossina, vitamina K e niacina.

La deficienza di riboflavina all'interno della nostra società è assai rara, ma è invece riscontrabile normalmente negli alcolisti cronici. L'ariboflavinosi si manifesta con una sindrome pellagra - simile. Sono caratteristiche le lesioni delle mucose e dei tessuti epiteliali dell'occhio e del tubo digerente, più spiccatamente nelle zone di confine tra cute e mucose.

- Vitamina B3

Negli umani, una carenza severa di niacina porta ad una malattia ormai ben nota: la Pellagra. Una malattia dove chi ne viene colpito presenta una serie di sintomi noti come le "3 D": diarrea, dermatite e demenza.

Una carenza di niacina, può essere anche associata con disordini mentali, che possono cominciare presentando amnesia, scarsa concentrazione, apatia o depressione.

Dieta scarse in niacina, si sono riscontrate nelle aree in cui l'alimentazione è principalmente basata sul mais non sottoposto a "nixtamalizzazione" prima del consumo. Questo processo consiste nel lasciare il mais a bagno in una soluzione alcalina (Es. lime), per migliorare l'estrazione delle proteine e delle vitamine dai grani.

- Vitamina B9 (acido folico)

Una carenza di acido folico (vitamina B9) è molto comune, e può causare malattie molto severe, come difetti alla nascita, problemi cardiovascolari, anemia megaloblastica (un tipo di anemia causata dal danneggiamento nel processo di sintesi del DNA), aggrava l'anemia da carenza di ferro e difetti nel ciclo cellulare che colpisce la produzione di cellule del sangue. La carenza di folati nelle donne in gravidanza, può anche causare difetti nel tubo neurale, come la spina bifida e anencefalia.

- Vitamina B12 (cobalamina)

La carenza di vitamina B12 causa l'anemia perniciosa, malattia assai grave, che una volta portava inevitabilmente alla morte che ne era affetto. La malattia si manifesta con un arresto nella maturazione dei globuli rossi ed è accompagnata nei casi più gravi, da demielinizzazione delle fibre nervose del midollo spinale.

Il quadro ematico è simile a quello che si riscontra nella carenza di acido folico e da quest'ultimo può essere temporaneamente ricondotto alla norma. L'apporto di acido folico può però mascherare la carenza di vitamina B12 e causare un aggravarsi della degenerazione del tessuto nervoso.

- Vitamina C (acido ascorbico)

La carenza prolungata di acido ascorbico nella dieta provoca lo scorbuto, che si manifesta con sintomi a carico dei tessuti di sostegno di origine mesenchimale (ossa, cartilagini, connettivo).

La carenza di vitamina C provoca, infatti, un difetto di formazione della sostanza cementante intercellulare (collageno) che produce una particolare sindrome caratterizzata da emorragie multiple "a vaso integro". Si ha, cioè, fuoriuscita del sangue dai vasi per diapedesi e, sia il tempo di coagulazione del sangue (a differenza dell'avitaminosi K) che i processi della coagulazione rimangono inalterati.

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