Alce
Alce (Alces alces)
L'alce è un artiodattilo della famiglia Cervidi che popola i boschi paludosi dei paesi del Mar Baltico, la Norvegia e la Svezia, la Russia, la Siberia e il Nordamerica.
Descrizione sommaria dell'alce
Lunghezza 250-280 cm, altezza alla spalla 160-190 cm, coda 5-10 cm, peso 300-800 kg.
Palchi
I palchi (erroneamente chiamati corna), in giovane età, sono a forma di asta. Con il passare degli anni diventano molto spesso a forma di pala; possono superare i due metri di larghezza da un'estremità all'altra.
Non tutti gli esemplari però finiscono per avere le corna a pala; alcuni portano per tutta la vita un paio di corna ad aste.
I maschi degli alci perdono in novembre-dicembre le corna che cominciano a rispuntare tra aprile e maggio. In agosto i palchi raggiungono il massimo sviluppo e incominciano a perdere il velluto che li ricopriva, per restare perfettamente nudi al principio di settembre, mese in cui comincia il periodo degli amori.
Mantello
Il mantello dell'alce è relativamente lungo, folto e rigido; in estate è rossiccio mentre in inverno è grigio.
Testa
La testa è grande, con il muso largo e curvato all'ingiù; le orecchie sono enormi. L'alce presenta inoltre un'appendice di pelle rivestita di peli attaccata al collo. Il grosso muso e le enormi orecchie lo fanno assomigliare, in certi tratti, al mulo.
Tranne che per l'assenza delle corna, è difficile distinguere una femmina dal maschio, né; per la grandezza, né; per il colore del mantello.
Alimentazione
L'alce si nutre sia con il fogliame di alberi e cespugli sia con le piante che crescono a livello del suolo nella foresta; giornalmente consuma oltre 4 kg di cibo che equivalgono a circa 20.000 foglie.
In particolare questo mammifero si nutre dei succosi germogli delle betulle, dei salici, delle alberelle e degli ontani, ed è capace di abbattere questi giovani alberi frondosi pur di arrivare alle fresche cime della vetta.
Al secondo posto nella scala delle preferenze ci sono i frassini, i sorbi, i tigli, le querce e gli aceri; non disdegna neanche i germogli degli alberi di pino o dell'abete rosso.
Alle erbe però esso preferisce soprattutto le canne tenere, le radici polpose delle piante acquatiche.
Talvolta si ritrova anche a svellare la corteccia degli alberi in lunghe strisce; specialmente in inverno le cortecce d'albero sono il suo nutrimento principale.
Abitudini
L'alce è un animale piuttosto solitario e passa le ore attorno al mezzogiorno riposando e ruminando, senza trovarsi un giaciglio fisso.
A differenza di quanto farebbe suporre il suo aspetto fisico piuttosto goffo, l'alce è un animale attivo, anche se pauroso, vigile e prudente. Incessantemente muove le grandi orecchie e molto spesso annusa l'aria.
L'udito ed il fiuto sono senza dubbio molto fini, mentre la vista non sembra essere buona.
Se viene inseguito è straordinariamente mobile e si nasconde molto bene.
Accoppiamento e riproduzione
La lotta dei maschi per la conquista di una femmina si svolge nell'osservanza di regole fisse. I due contendenti si mettono l'uno di fronte all'altro e si esaminano dapprima con movimenti intimidatori.
Successivamente si gettano l'uno contro l'altro urtandosi ripetutamente e violentemente con le fronti e le corna. Questi attacchi si ripetono finchè uno dei due non si indebolisce tanto da arrendersi.
Ma a differenza di quanto succede con il bue muschiato, lo stambecco, il muflone e altri animali, questi combattimenti possono portare anche a ferite gravi soprattutto se i due pretendenti hanno le corna ad asta.
Gestazione
Il periodo della gestazione è di 240-270 giorni. Al primo parto la femmina ha in genere un solo piccolo, in seguito ne ha spesso due.
Nella primavera seguente, al piccolo alce crescono le rosette, nel secondo anno gli spuntoni, lunghi circa 30 cm che, nel terzo anno di vita, si biforcano e da questo momento in poi cominciano a formare la pala.
Appena il piccolo è in grado di badare a se stesso, la madre lo abbandona.
I nemici
Il massimo di mortalità si ha nelle prime due settimane di vita.
Nel primo mese di vita alcuni piccoli affogano perché; costretti ad attraversare fiumi di corrente rapida; ma ai due mesi tale pericolo scompare. Alcuni muoiono anche perché accidentalmente calpestati dalle madri.
Una piccola percentuale di neonati può morire contro i numerosi e ramificati tronchi di salici, betulle e ontani di struttura arbustiva, così fitti ed elastici da costituire delle vere trappole per i piccoli dell'alce.
Fra i predatori dei piccoli, i più pericolosi sono i lupi e gli orsi e in misura minore i puma, le linci, i coyote e i ghiottoni.
Nessuno dei predatori citati rappresenta invece un pericolo per l'alce adulto che riesce a far fronte a qualsiasi nemico con i formibabili zoccoli anteriori di cui è dotato.
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