DDT
DDT (insetticida)
Con il termine di DDT si intende il diclorodifeniltricloroetano o meglio 2,2-di(p-clorofenil)-1,1,1-tricloroetano, una sostanza organica utilizzata in passato come insetticida.
Ha formula bruta C14H9Cl5, massa molare di 354,49 g/mol, densità di 1,23 g/cm3 e temperatura di fusione di 109°C. È poco solubile in acqua.
Benché noto sin dal 1874 (O. Ziegler), le sue proprietà insetticide furono scoperte solo in tempi più recenti (1939) da P.H. Midler.
Il DDT è stato il primo insetticida sintetico ad essere utilizzato su larga scala già a partire dalla metà del XX secolo. È stato riscontrato però che alcuni insetti - come ad esempio la mosca domestica - dimostrano nei suoi confronti una rapida assuefazione che produce resistenza all'insetticida stesso.
Un'analisi più attenta dei suoi effetti a lungo termine ha dimostrato la notevole pericolosità del prodotto.
Il DDT è infatti un insetticida duro, che resiste alla forza distruttiva dell'ambiente e come molecola può mantenersi attiva da mesi ad anni non solo nel sistema di suolo ed acqua ma anche incorporato nelle piante e negli animali.
Anche se è altamente efficace nel controllare gli insetti portatori di malattie e i predatori dei raccolti, l'uso del DDT è ormai proibito o comunque fortemente limitato a causa del potenziale pericolo che possono rappresentare per gli altri tipi di vita, compresa quella umana.
Questo potente insetticida si accumula infatti nei tessuti adiposi di tutti gli animali a sangue caldo. Per questo motivo e anche per le sue proprietà cancerogene, l'uso del DDT - come detto in precedenza - è stato fortemente limitato in quasi tutti i paesi del Mondo. In Italia la sua messa al bando risale al 1978.
Agisce sia per ingestione che per contatto.
Preparazione del DDT
Il DDT viene preparato per condensazione del clorobenzene con il cloralio (tricloroacetaldeide) in presenza di acido solforico.
La reazione che viene sfruttata è la seguente:
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