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Biotite

Caratteristiche e proprietà della biotite

La biotite (il cui nome si ricollega a quello del fisico francese J. B. Biot) è un minerale appartenente al gruppo delle miche ferromagnesiache; si presenta in cristalli monoclini pseudoesagonali di colore bruno-nero-rossastro.

Ha durezza nella scala di Mohs di 2,5-3,0 mentre la sua densità è di 3,2-3,8 g/cm3; ha la seguente formula cristallochimica: K(Mg,Fe2+)3[AlSi3O10(OH,F)2.

biotite

Biotite.

È un fillosilicato con tipica struttura a strati che si manifesta nell'abito marcatamente lamellare e nella sfaldatura basale perfetta e facilissima; presenta una tipica lucentezza madreperlacea sulle superfici sfogliate.

Insieme alla muscovite (mica bianca) la biotite, detta anche mica nera è la più diffusa fra le miche; nel suo reticolo possono aver luogo numerose sostituzioni fra i cationi con l'introduzione di manganese, litio e titanio.

Pertanto la composizione chimica del minerale risulta variabile in seguito alla vicarianza di alcuni elementi: si hanno così diverse varietà di biotite. Alcune contengono poco magnesio, altre sono ricche di ferro trivalente, titanio e manganese, altre ancora contengono anche litio.

Fra le varietà più diffuse di biotite si hanno:

  • il lepidomelano, biotite di colore nero, ferrifera, contenente ferro bivalente e trivalente;
  • la siderofillite, ricca di ferro trivalente.

La biotite è un importante componente mineralogico essenziale delle rocce intrusive ed effusive; è infatti diffusa in minute lamine in graniti, granodioriti, sieniti, dioriti, porfidi, trachiti, gabbri. In grandi lamine si trova invece spesso nelle pegmatiti, rocce in cui i cristalli di vari minerali tendono ad assumere dimensioni considerevoli

La biotite può anche trarre origine da fenomeni di metamorfismo di media intensità (di mesozona) caratterizzato da pressioni e temperature abbastanza elevate; compare infatti in rocce scistose e gneissiche derivanti dal metamorfismo di rocce sia sedimentarie sia eruttive e si trova spesso associata ad altri minerali metamorfici quali cianite, muscovite, mannite, granato, ortose, oligoclasio e quarzo.

A causa della sua piuttosto facile alterabilità in seguito all'azione degli agenti atmosferici, la biotite tende a scomparire dai sedimenti clastici, quali sabbie, arenarie, ecc., dove è più comune invece la muscovite.

La biotite, per azioni idrotermali, si altera facilmente in diorite con formazione contemporanea di magnetite e, talvolta, di titanite.

Luoghi di ritrovamento della biotite

Bellissimi cristalli di biotite si trovano nelle zone del Vesuvio e dei Colli Albani. Presso Miask negli Urali la biotite viene estratta in larghe lamine (si sono raggiunte le dimensioni di 8 m2) e impiegata per usi industriali.

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