Palladio
Proprietà e composti del palladio
Il palladio fu identificato nei minerali del platino e isolato per la prima volta da W.H. Wollaslon nel 1804, e così da lui chiamato in ricordo dall'asteroide Pallade scoperto due anni prima.
È un elemento raro, costituendo circa il 5·10-7% della crosta terrestre.
Del palladio esistono anche alcuni suoi minerali rarissimi, come la potarite PdHg, la stibiopalladinite Pd3Sb e diversi solfuri misti di palladio, platino e nichel.
È un metallo lucente, malleabile.
Composti del palladio
Il palladio può presentare nei suoi composti diversi stati di ossidazione ma il più importante e comune è il +2.
Il suo composto più importante è il dicloruro di palladio PdCl2, che ha notevoli applicazioni come catalizzatore omogeneo per processi di ossidoriduzione in organica.
Utilizzo del palladio
Il palladio viene utilizzato come catalizzatori in vari processi chimici di ossidazione e riduzione come per esempio nella 'ossidazione dell'ammoniaca ad acido nitrico.
Il palladio viene anche utilizzato, con platino e rodio, nella produzione delle marmitte catalitiche.
Altro settore che utilizza forti quantità di palladio (allo stato puro o in lega con argento, oro, platino, iridio, nichel e rame) è quello elettrico, soprattutto in relais e interruttori per contatti a bassa resistenza e praticamente inalterabili, e nella fabbricazione di circuiti elettronici stampati.
Palladio
Applicazioni del palladio si hanno anche in leghe (con rame, argento e oro) per protesi dentarie e gioielleria; minori quantità vengono impiegate in lega nel titanio e nell'acciaio inossidabile per migliorarne la resistenza alla corrosione elettrochimica.
Metodo di produzione del palladio
La maggior parte del palladio viene ottenuta a partire da minerali di altri elementi che vengono trattati con processi metallurgici di fusione o arrostimento per estrarne il metallo principale (generalmente nichel o rame).
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