Gadolinio
Proprietà e composti del gadolinio
Il gadolinio è un metallo bianco splendente, ferromagnetico già a temperatura ambiente.
Fu isolato come ossido nel 1880 dallo svizzero Galissard de Marignac, ma prese il nome dal finlandese Johann Gadolin (1760-1852) che molto contribuì allo studio dei lantanidi.
È un elemento piuttosto raro, essendo presente nella crosta terrestre (mai libero) in quantità di circa 6 ppm.
Composti del gadolinio
L'isotopo 157 del gadolinio (e in minor misura il 155) ha una sezione d'urto per la cattura dei neutroni termici tra le più elevate conosciute.
Il suo comportamento chimico è simile a quello degli altri lantanidi: è un energico riducente, viene facilmente attaccato dagli acidi e, a temperature elevate, reagisce con quasi tutti i nonmetalli, formando generalmente composti corrispondenti al suo stato di ossidazione +3.
Stabile all'aria a freddo, in forma suddivisa si incendia spontaneamente a circa 160 °C formando il triossido Gd2O3.
Gadolinio
Utilizzo del gadolinio
Il gadolinio metallico, dato il suo elevato costo, ha scarsissime applicazioni; il solfato idrato Gd2(SO4)3·8H2O è stato utilizzato per raggiungere, tramite demagnetizzazione adiabatica, temperature vicine allo zero assoluto.
Metodo di produzione del gadolinio
Il gadolinio è contenuto, insieme a vari lantanidi, in molti minerali del cerio e dell'ittrio, tra i quali il silicato gadolinite e il fosfato xenotimo: da questi si preparano soluzioni acquose di concentrati di terre d'ittrio, dai quali è possibile separare il gadolinio sotto forma ionica (Gd3+) mediante estrazione con solventi. L'elemento può essere ottenuto per riduzione elettrolitica del tricloruro fuso.
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