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Terremoti

Cosa sono i terremoti?

I terremoti sono fenomeni naturali determinati dall'improvvisa rottura d'equilibrio delle tensioni agenti nelle stratificazioni terrestri, in zone caratterizzate da instabilità. Quando le tensioni, accumulate nelle zone instabili per una ragione qualsiasi (orogenesi, dislocazione di strati, fenomeni fisico-chimici con brusco cambiamento di stato, ecc.), prevalgono bruscamente sulla resistenza del mezzo, generano fratture e scorrimenti.

Contemporaneamente nel luogo di rottura si originano onde elastiche, che possono essere longitudinali e trasversali, che si propagano in ogni direzione e possono interessare l'intero pianeta. Oltre che dall'intensità delle forze a cui si deve la rottura d'equilibrio, la possibilità di dislocazioni in superficie è legata alla profondità della zona dove la rottura si è determinata.

A parità di altre condizioni, pertanto, un terremoto è tanto più disastroso nella zona epicentrale, quanto meno è profondo. Con il crescere della profondità, gli spostamenti permanenti da esso provocati in superficie si fanno sempre più lievi, fino a scomparire. Ecco perché i terremoti con origine nelle stratificazioni superficiali terrestri sono i più pericolosi. Quando la profondità del fuoco sismico (ipocentro) supera i 60 km, generalmente il terremoto non provoca danni in superficie.

Quanti terremoti si verificano nel mondo ogni giorno?

Fra scosse di piccola e grande intensità, nel mondo si verificano giornalmente alcune migliaia di terremoti. Provvidenzialmente, solo una piccola percentuale di tali scosse viene avvertita dalla popolazione e soltanto un numero trascurabile di esse riesce veramente perniciosa dal punto di vista delle conseguenze distruttive.

Negli ultimi due secoli si sono verificati numerosi terremoti disastrosi. Fra i più terribili si ricordano :

  • il terremoto di Lisbona (1 novembre 1755) che, accompagnato da un maremoto con onde alte 10-12 m, rase al suolo Lisbona e provocò 60.000 vittime (da esso però partì il primo impulso allo studio del problema);
  • il terremoto di Mino Owari in Giappone (28 ottobre 1891), avvertito su un'area di oltre 1.300.000 km2, che provocò una faglia lunga 75 km, con rigetto di oltre 3 m;
  • il terremoto dell'Assam (12 giugno 1897), che fu risentito su un'area di oltre 4.300.000 km2;
  • il,terremoto di San Francisco (18 aprile 1906) che provocò un migliaio di vittime;
  • il terremoto di Messina (28 dicembre 1908, 178.000 vittime);
  • Il terremoto di Kwanto in Giappone (1 ottobre 1923) con oltre 140.000 vittime.

Ma il più potente terremoto mai registrato nella storia, con una magnitudo di 9,5 è il terremoto di Valdivia del 1960, noto anche come grande terremoto del Cile, che provocò 5.700 morti.

Sismografo Irpinia

Il sensore del sismogramma che esce fuori dal tracciato a seguito della scossa del 1980 in Irpinia.

Intensità di un terremoto

L'intensità di un terremoto viene determinata con la ben nota scala Mercalli. Da oramai diversi decenni è stata introdotta in sismologia un metodo che consente la determinazione dell'energia liberata da una scossa sismica, mediante le registrazioni sismografiche ottenute in una o più stazioni sismiche dei mondo. Tale metodo ha portato a risultati insperati, specialmente per ciò che riguarda l'attendibilità e la precisione.

Il suo ideatore, C. F. Richter, pensò di definire come magnitudo il logaritmo dell'ampiezza massima di una scossa, registrata in una qualunque stazione sismica, confrontata con il logaritmo dell'ampiezza di una scossa campione, che un sismografo dello stesso tipo registra a distanza epicentrale di 100 km. Questo principio, dapprima limitato all'esame dei terremoti di vicina origine, fu successivamente esteso ai terremoti di ogni tipo, vicini o lontani, poco profondi o profondissimi.

scala Mercalli e scala Richter a confronto

Scala Mercalli e scala Richter a confronto.

Oggi le stazioni sismiche collocate in ogni angolo del mondo, partendo dal principio accennato, sono in grado di trarre dalle registrazioni sismiche la magnitudo dei terremoti che le hanno determinate. Il confronto delle magnitudo indicate dalle varie stazioni sta a indicare la notevole attendibilità del nuovo metodo di stima dell'energia sismica.

Per farsi un'idea, osserviamo che un terremoto di magnitudo 6 sprigiona una quantità di energia dell'ordine di quella di una bomba atomica del primo tipo (ossia del tipo di quella sganciata a Hiroshima), valutata pari a 30 milioni di kilowattora.

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