Sistema di conduzione
Che cos'è il sistema di conduzione del cuore?
Il cuore, come del resto tutti gli altri visceri, è provvisto di un'innervazione doppia e ad effetto opposto: fibre che ne rallentano l'attività, provenienti dal parasimpatico per mezzo del nervo vago, e fibre ortosimpatiche che invece esaltano l'attività del cuore.
Se, tuttavia, si tagliano le vie nervose del parasimpatico e dell'ortosimpatico, il cuore continua a battere. Al contrario, qualsiasi altro muscolo rimane completamente paralizzato allorché sono interrotte le fibre che giungono a esso.
Si è potuto inoltre dimostrare che, se interamente rimosso dal corpo e mantenuto in uno speciale liquido (di Ringer) che assicuri condizioni ottimali di nutrizione, temperatura, ossigenazione al tessuto cardiaco, il cuore continua a battere per parecchie ore. Ora, per spiegare il prolungarsi del battito nel cuore, è necessario ammettere che il centro di origine dell'impulso risieda nel cuore stesso.
L'automatismo del cuore è una caratteristica fisiologica fondamentale: esso è legato alla presenza nel cuore di un tessuto specifico, che va sotto il nome di sistema di conduzione.
Il sistema di conduzione del cuore, che ha la funzione di trasmettere gli stimoli della contrazione dagli atrii ai ventricoli e di regolare il ritmo cardiaco.
Spaccato di cuore per evidenziare il sistema di conduzione (in azzurro). Lo stimolo cardiaco nasce nel nodo seno-atriale e si propaga fino a raggiungere il nodo atrio-ventricolare (o nodo A-V). Dal nodo A-V parte un fascio di fibre che si divide in due branche; esse decorrono nei due lati del setto interventricolare per due terzi di questo infine si sfioccano a formare le fibre di Purkinje disposte al di sotto dell'endocardio in una rete fittissima.
Lo stimolo nasce nel nodo del seno (detto anche nodo di Keith e Flack) situato sulla parete posteriore ed esterna dell'atrio destro, vicino allo sbocco della vena cava superiore. Lo stimolo si propaga nel miocardio atriale. Ne conseguono l'attivazione e la contrazione atriale.
L'eccitazione raggiunge quindi il nodo atrio-ventricolare (nodo di Aschoff-Tawara), che è situato nel setto interatriale, vicino allo sbocco del seno coronarico.
Dal nodo atrioventricolare parte un nuovo stimolo, che si propaga alle strutture sottostanti: il tronco comune del fascio di His situato nella parte membranacea del setto interventricolare, con le sue branche destra e sinistra che sotto l'endocardio ventricolare formano una rete, detta rete di Purkinje.
Origine e trasmissione dell'impulso nervoso: dal nodo seno-atriale e dal nodo atrio-ventricolare si dipartono fascetti di fibre che penetrano nello spessore dei ventricoli. Le frecce bianche indicano il senso di propagazione dell'impulso.
Normalmente il nodo del seno impone il suo ritmo a tutto il muscolo cardiaco. Ma altri centri capaci di automatismo esistono a livelli più bassi; essi hanno una frequenza minore via via che ci si avvicina alla punta del cuore.
Normalmente questi sono inibiti dagli stimoli a frequenza più alta provenienti dal nodo del seno, che in tal modo detiene il comando.
Diversi fattori umorali, ormonali, farmacologici, ma soprattutto nervosi, possono influenzare il nodo del seno, provocando quelle variazioni fisiologiche della frequenza cardiaca che costituiscono uno dei meccanismi di adattamento della pompa cardiaca allo sforzo fisico.
In particolare, come si è visto, il sistema nervoso simpatico (e le amine simpaticomimetiche quali l'adrenalina e la noradrenalina) provocano tachicardia; il vago (e particolari sostanze ad azione vagosimile quali l'acetilcolina) una bradicardia.
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