Gas di città

Che cos'è il gas di città?

Con il termine di gas di città si intende il gas combustibile distribuito con reti di tubazioni; è talora chiamato anche gas illuminante in relazione al suo uso una volta preminente.

Il gas di città viene prodotto nelle officine del gas; un tempo la sua fabbricazione avveniva esclusivamente mediante distillazione secca ad alta temperatura (900-1200°C) di carboni grassi a lunga fiamma (ad esempio del litantrace).

Tali carboni, detti appunto carboni da gas, sono caratterizzati da un alto tenore di sostanze volatili, tra il 30 e il 40%.

La loro distillazione, secondo un processo messo a punto dall'ingegnere britannico Samuel Clegg (Manchester, 1781 - Haverstock Hill, 1861), produceva carbon coke e liberava una miscela di gas che - una volta depurata - veniva utilizzata per l'illuminazione.

Nelle moderne officine del gas agli impianti di distillazione si sono affiancati, o del tutto sostituiti, impianti per la gassificazione di combustibili solidi o liquidi e per la conversione o la semplice miscelazione di idrocarburi gassosi.

In alcuni centri sono distribuiti come gas di città anche gas naturali (in prossimità di giacimenti o metanodotti) o miscele di propano o gas di petrolio liquefatti (GPL) tali quali o in miscela con aria.

In genere il gas di città può essere ad alto potere calorifico (8500-9000 kcal/m³) oppure a basso potere calorifico (4500-5000 kcal/m³).

I bruciatori delle apparecchiature di combustione (cucine, scaldabagni, ecc.) devono essere adatti al gas combustibile distribuito, in modo da permetterne una combustione completa (fumi privi di monossido di carbonio) in assenza di fenomeni di instabilità della fiamma.

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