Sovrasfruttamento delle risorse
Che cos'è lo sovrasfruttamento delle risorse?
Il comportamento della nostra specie ha delle conseguenze importanti per il futuro del pianeta. Se il pianeta Terra fosse un'azienda, sarebbe attualmente in bancarotta. Ogni anno, da ormai troppo tempo, preleviamo dal conto terrestre più di quanto abbiamo a disposizione.
L'organizzazione non governativa Global Footprint Network ha deciso di calcolare ogni anno in modo preciso, rigoroso e scientifico l'Overshoot Day del Pianeta.
Il giorno del sovrasfruttamento di un dato anno è il giorno in cui la richiesta da parte dell'umanità di risorse e servizi ecologici supera quello che la Terra può rigenerare in quello stesso anno. Se la domanda di beni ecologici da parte di una popolazione supera l'offerta, quella regione avrà quello che è chiamato un 'deficit ecologico'.
Una nazione che si trova in queste condizioni, per non deludere la domanda interna, ha davanti a sé diverse scelte. O continua a utilizzare i propri beni, fino alla totale liquidazione (per esempio pescando eccessivamente), oppure inizia a importare materie prime da nazioni che ne hanno in abbondanza.
Entrambe le opzioni, però mantengono comunque alto il deficit poiché liquidano gli stock di risorse ecologiche terrestri e accumulano rifiuti, principalmente anidride carbonica nell'atmosfera. In questo modo quindi il superamento ecologico non viene eliminato, ma solo rimandato.
A livello globale questo ragionamento è molto meno fattibile. Infatti se si considera l'intero pianeta, poiché non vi è alcuna possibilità di importazione netta di risorse sulla Terra, si può dire che ci servirebbe un'altra "mezza" terra dalla quale importare le risorse per soddisfare appieno i nostri bisogni. Anzi, per essere precisi, con l'Overshoot day del 2022, i nostri consumi hanno richiesto l'equivalente di 1,7 pianeti grandi quanto la Terra.
È dagli anni Settanta che abbiamo iniziato a consumare più risorse di quelle che la Terra riesce a fornirci durante l'anno.
L'importanza delle nostre scelte
L'impronta ecologica rappresenta la quantità di superficie terrestre e acquatica necessaria a produrre tutte le risorse che l'umanità consuma, e ad assorbire i rifiuti o le emissioni che produce. Quasi il 60% dell'impronta ecologica dell'umanità è costituito dall'impronta di carbonio, cioè la superficie richiesta al Pianeta per sequestrare le emissioni di CO2 prodotte dalla combustione di gas, carbone e petrolio.
È la voce di "spesa" che cresce più rapidamente in questo disastroso bilancio che vede l'uomo sempre in debito: dal 1970 ad oggi la nostra impronta di carbonio globale, misurata in ettari, è più che raddoppiata. I cambiamenti climatici sono, insieme alla perdita di biodiversità, il triste risultato di questa nostra esosa richiesta al pianeta. Immettiamo in atmosfera molti più gas serra di quanto la Terra, attraverso foreste e oceani, riesca ad assorbire, e gli effetti sono sotto i nostri occhi.
Nel 2019 il giorno del sovrasfruttamento è stato il 29 luglio. Nel 2020, a causa della crisi economica dovuta al lockdown, la data di inizio ufficiale del nostro debito con il Pianeta è caduta il 22 agosto. Secondo il Global Footprint Network, il COVID-19 ha causato, rispetto all'anno precedente, una riduzione del 9,3% dell'impronta ecologica dell'umanità tra il 1 gennaio e il 22 agosto 2020.
La pandemia di Covid-19 ha messo un freno ai consumi e all'inquinamento. Il coronavirus che ha chiuso fabbriche, uffici e i negozi, azzerato gli spostamenti e il turismo mettendo in ginocchio l'economia, ha anche ridotto del 9,3%, rispetto all'anno scorso, l'impronta ecologica dell'umanità.
I lockdown del 2020 hanno determinato una riduzione della parte di impronta ecologica dovuta alle emissioni di carbonio del 14,5%, rispetto al 2019, grazie alla flessione dei consumi energetici.
La contrazione economica e il calo della domanda di legname hanno assottigliato l'impronta ecologica legata alla deforestazione dell'8,4%, mentre non sembra sostanzialmente cambiata l'impronta legata alla produzione e allo spreco di cibo.
Questi parametri spiegano lo slittamento di data, il più consistente dall'inizio degli anni '70: ma il passaggio è legato a una crisi economica globale senza precedenti recenti, e non a un cambiamento consapevole e l'arresto dell'economia legato al covid è ben lontano dalla rivoluzione intenzionale che siamo chiamati a promuovere per smettere di vivere come se avessimo 1,7 pianeti a nostra completa disposizione e permettere agli equilibri ambientali del pianeta di ripristinarsi.
Dal 22 agosto al 31 dicembre 2020 abbiamo utilizzato più risorse naturali di quelle che la natura può rigenerare perché abbiamo immesso più anidride carbonica nell'atmosfera di quanto gli oceani e le foreste siano in grado di assorbire e abbiamo depredato zone di pesca e foreste più velocemente di quanto possano riprodursi e ricostituirsi. Nel 2022 l'Earth Overshoot Day è caduto il 28 luglio.
Il passato non determina necessariamente il nostro futuro, le nostre scelte attuali sì. Dimezzando l'impronta di carbonio arriveremmo a consumare le risorse di "appena" 1,1 Terre, quasi quelle che abbiamo realmente a disposizione; e sposteremmo in là la data dell'Overshoot Day di 93 giorni.
Attraverso decisioni sagge e lungimiranti, possiamo ribaltare le tendenze del consumo di risorse naturali migliorando al contempo la qualità della vita di tutte le persone. La transizione verso un mondo sostenibile e a zero emissioni di carbonio avverrà con successo se applicheremo i maggiori punti di forza dell'umanità: lungimiranza, innovazione e cura l'uno dell'altro.
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