Spreco alimentare
Che cos'è lo spreco alimentare?
Attualmente, secondo le stime della FAO, in tutto il mondo le persone che soffrono la fame sono circa un miliardo a fronte di una disponibilità di cibo sufficiente a sfamare il doppio dell'intera popolazione mondiale.
All'estremo opposto, invece, in molti Paesi si assiste al sempre più dilagante fenomeno dello spreco alimentare.
L'impatto dell'insieme delle attività umane ha alterato drasticamente le condizioni di vita sul pianeta Terra e le conseguenze stanno diventando sempre più visibili sull'ambiente.
La scienza dimostra che ci sono nove processi e sistemi che regolano la stabilità e la resilienza della Terra; quest'ultima è definita dalle interazioni del suolo, degli oceani, dell'atmosfera e della vita da cui dipendono le nostre società. Per ogni sistema, sono stati definiti dei limiti ambientali entro cui l'uomo può operare in sicurezza.
Superandoli, si aumenta il rischio di far diventare il pianeta Terra un luogo sempre meno ospitale per la civiltà umana. Come risultato dell'attività umana, abbiamo superato quattro dei nove limiti: cambiamento climatico, integrità della biosfera, cambiamento dei sistemi terrestri e alterazione dei cicli biogeochimici (ciclo del fosforo e ciclo dell'azoto).
Il sistema alimentare contemporaneo è la prima causa del superamento dei quattro limiti:
- I cicli biogeochimici di azoto e fosforo sono stati alterati radicalmente dagli innumerevoli processi industriali e agricoli operati dall'uomo. Tra questi, la produzione e l'utilizzo di fertilizzanti rappresenta la prima fonte di inquinamento delle coste e dei sistemi acquatici.
- Oltre il 97% degli scienziati attivi nello studio del clima affermano che è estremamente probabile che il trend di surriscaldamento dell'ultimo secolo sia stato causato da attività umane. Queste attività includono: produzione, trasformazione, trasporto e raffreddamento degli alimenti in tutto il mondo.
- La popolazione faunistica è diminuita di più della metà in meno di 50 anni (WWF, 2018). Siamo nel pieno della Sesta Estinzione di Massa e assistiamo a una perdita di biodiversità senza precedenti, senza considerare le conseguenze che avrà sulla sicurezza alimentare in tutto il mondo (FAO, 2019). Rimpiazzando habitat naturali come le foreste con monoculture intensive, il nostro sistema alimentare è uno dei principali colpevoli di questo dramma.
- Quasi il 40% della superficie terrestre è utilizzata per la coltivazione di cibo, che corrisponde al 50% di suolo abitabile. L'agricoltura si espande a spese di vaste regioni di foreste, causando un'ulteriore perdita della biodiversità e un costante rilascio di carbonio.
Dal produttore al consumatore
È importante capire quale sia l'impatto ambientale dello spreco alimentare e per fare ciò bisogna risalire alla filiera del prodotto, cioè tutti i passaggi che il prodotto percorre dal produttore al consumatore.
Più è lunga la filiera agroalimentare, più il costo energetico e l'inquinamento aumenta. Per questo si privilegia la 'filiera corta', cioè quando il prodotto bypassa alcune o tutte le tappe intermedie del percorso dal produttore al consumatore. Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo prodotto per il consumo umano viene sprecato o si perde nella filiera alimentare.
Nei Paesi sviluppati, lo spreco alimentare si concentra nelle fasi finali della filiera agroalimentare: le quantità di cibo a disposizione diventano sempre più abbondanti, mentre i consumatori sono sempre più selettivi.
In Italia è stata approvata il 30 agosto del 2016 la Legge n. 166/2016, recante disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi, una legge che gestisce le eccedenze alimentari al fine di limitare lo spreco alimentare, la produzione di rifiuti e, nel contempo, creare sistemi virtuosi attraverso il recupero o la donazione dei prodotti alimentari.
Una delle ultime iniziative per sensibilizzare i cittadini è "La carta di Milano", un documento di impegno collettivo sul diritto al cibo, redatta in occasione dell'Expo Milano 2015, Esposizione Universale sull'alimentazione e nutrizione che l'Italia ha ospitato dal primo maggio al 31 ottobre 2015. La Carta propone impegni concreti e misurabili rivolti a cittadini, governi, istituzioni, associazioni e imprese. Ecco alcuni degli impegni che il cittadino si impegna ad assumere sottoscrivendo tale documento:
- Consumare solo la quantità di cibo sufficiente al fabbisogno, assicurandosi che il prodotto sia consumato prima che si deperisca, che venga donato qualora in eccesso e conservato in modo tale che non si deteriori.
- Scegliere consapevolmente gli alimenti considerando l'impatto della loro produzione sull'ambiente.
- Essere parte attiva nella costruzione di un mondo sostenibile, anche attraverso scelte innovative, frutto del nostro lavoro, della nostra creatività e ingegno.
Seguendo le indicazioni della Carta di Milano e adottando pochi semplici cambiamenti del nostro stile alimentare noi possiamo diminuire drasticamente il nostro impatto ambientale.
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