Difetti del legno
Quali sono i difetti del legno?
I difetti del legno sono divergenze del legno dalla normale costituzione e che impediscono una utilizzazione conveniente del legno stesso, soprattutto quale materia prima per lavorazioni meccaniche.
Tra i principali difetti del legno ricordiamo quelli di seguito esposti.
Deviazione della fibratura
Si ha la cosiddetta fibra torta, cioè inclinata a elica rispetto all'asse del fusto.
Cipollature
Sono distacchi parziali e più o meno grandi tra due anelli annuali, determinati da temperatura al di fuori del normale e da sollecitazioni di flessione sull'albero in piedi: a causa di tali distacchi, frequenti nel castagno e nell'abete bianco, i tessuti restano talora interrotti per una notevole altezza nel senso assiale.
Tasche di resina o di gomma
Sono cavità formatesi per separazione localizzata di due anelli annuali, o per arresto di attività del cambio, nelle quali i condotti secretori versano resina o gomma; costituiscono un serio inconveniente per l'interruzione di continuità che ne deriva e perché, se toccate dalle lavorazioni, lasciano defluire il contenuto. Le tasche del primo tipo sono frequenti nel larice e nell'abete rosso, le altre negli eucalipti e in varie specie tropicali.
Inclusioni di corpi estranei o della stessa corteccia
Il callo cicatriziale conseguente a un'infissione di schegge o di chiodi, oppure a una semplice ferita alla quale sia rimasta aderente della corteccia, si modella sull'inclusione e, anche se dopo qualche tempo più nulla si vede dall'esterno, nell'interno vi è una zona di legno del tutto inutilizzabile.
Fratture trasversali da tensioni interne
Nei grandi alberi tropicali le forti sollecitazioni derivanti dalle tensioni interne portano a minute fratturazioni da compressione nella parte più interna del tronco.
Anche se tali fratture sono rilevabili soltanto da un occhio sperimentato, esse sono un grave difetto, perché il tavolame che ne è affetto deve essere assolutamente scartato da ogni impiego strutturale.
Legni di reazione
Ogni sollecitazione meccanica permanente, tale da alterare la distribuzione regolarmente centrata del peso dell'albero sulla base, conduce a un'anomalia istologica nei tessuti della parte bassa del tronco, la quale è diversa secondo che si tratti di una specie legnosa delle Conifere oppure delle latifoglie.
Nelle Conifere l'anomalia, detta canastro o legno rosso o legno di compressione, compare nella zona sottoposta a maggiore compressione (cioè, pensando a un albero incurvato dal vento, sottovento).
Essa si manifesta al microscopio con un maggiore spessore e un più elevato contenuto di lignina della parete delle tracheidi, le quali hanno sezione subcircolare anziché subpoligonale; macroscopicamente il difetto appare con una colorazione bruno rossastra della zona interessata, che normalmente occupa soltanto un settore della sezione trasversale, essendo poi generalmente collegata a un maggiore sviluppo del raggio.
Nelle latifoglie l'anomalia, detta legno di tensione o legno cotonoso, compare nella zona tesa (sopravento).
Al microscopio essa si manifesta con la presenza nell'interno della cavità delle fibre di un secondo straterello di parete cellulare, lasso e prevalentemente formato da cellulosa; macroscopicamente la zona anomala si distingue sul fresco per un colore bianco niveo brillante, al quale spesso si accompagna un maggiore sviluppo radiale del settore interessato.
I due legni di reazione hanno in comune l'elevatezza del ritiro assiale durante l'essiccazione, il che porta a fessurazioni e distacchi nelle tavole; inoltre la lavorazione alla sega e alla pialla è per entrambi difficile perché, sotto l'azione dei ferri, alla superficie del canastro si staccano delle scaglie, mentre dal canto suo il legno di tensione si sfilaccia e ostacola fortemente la finitura.
Nodi
Sono le inserzioni dei rami nel corpo del fusto ma, per quanto costituiscano un elemento strutturale insito con la presenza della chioma degli alberi, agli effetti delle lavorazioni e degli impieghi essi costituiscono un notevole difetto.
I rami formati dalla pianta nell'età giovanile muoiono presto e generalmente si spezzano lasciando dei mozziconi che vengono inglobati dall'accrescimento del fusto; essi danno luogo a nodi morti i quali, nelle tavole che si otterranno con la segagione, sono cadenti perché senza alcun collegamento con i tessuti circostanti.
I rami vivi invece sono raccordati, anello per anello, con i corrispettivi incrementi del fusto e danno luogo ai nodi aderenti.
Nodi numerosi e di grandi dimensioni deprezzano notevolmente il legname da falegnameria perché essi favoriscono le deformazioni dei pezzi alterandone anche l'uniformità di aspetto, e infine perché, essendo assai più duri del legno normale, smussano rapidamente i ferri rendendo ogni lavorazione assai più difficoltosa.
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