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Vitamina E

Che cos'è la vitamina E?

La vitamina E è un nutriente essenziale inizialmente scoperto da Evans e Bishop, il cui nome originario era "fattore X" in grado di prevenire la morte fatale nei ratti.

Solo nel 1924, la vitamina fu definita E, dal momento che le altre vitamina erano già state scoperte.

Circa vent'anni dopo, Evans isolò la vitamina dal germe di grano e la nomino "α-tocoferolo" (α-TocH) (dal greco τόκος "discendenza" e φερειν "portare"). Successivamente, furono identificate altre forme della vitamina.

Questa vitamina, dal momento che non viene sintetizzata dal organismo umano, necessità di essere introdotta tramite la dieta. La vitamina E oltre ad essere un potente antiossidante pare avere altre numerose funzioni di cui ancora non si ha ancora una completa conoscenza.

Struttura chimica

In natura esistono otto sostanze di origine vegetale con struttura chimica simile e che possiedono l'attività biologica della vitamina E. Sono derivati del 6-cromanolo; presentano da 2 a 4 gruppi metilici legati all'anello e, in posizione 2, una catena laterale isoprenoide di 16 atomi di carbonio che può essere satura o insatura.

Vengono suddivise in due gruppi: i tocoferoli (α, β, γ e δ) con catena laterale satura e i tocotrienoli (α, β, γ e δ) con catena laterale insatura.

Tocoferoli e tocotrienoli

Fig. 1 Struttura chimica dei tocoferoli e tocotrienoli. Immagine presa da (Miyazawa, 2019).

I membri di ciascun gruppo differiscono tra loro per il numero e la posizione dei gruppi metilici sull'anello aromatico. Il termine vitamina E indica tutti i derivati del tocolo e del tocotrienolo che possiedono l'attività biologica dell'α-tocoferolo.

Finora l'attività biologica dei questi composti è stata valutata tramite restaurazione della fertilità dei ratti e le loro proprietà antiossidanti in vitro o ex in vivo.

Utilizzando questo sistema di valutazione è emerso che l'α-tocoferolo è la forma biologicamente più attiva e che, se si pone uguale a 100 l'attività biologica dell'α-tocoferolo, β-tocoferolo avrebbe attività 40, il γ-tocoferolo di 10-30 e l'α-tocotrienolo di 30.

I tocoferoli sono sostanze oleose a temperatura ambiente. Sono insolubili in acqua, ma facilmente solubili in solventi apolari. Vengono facilmente degradati dall'ossigeno e dalla luce ultravioletta. L'ossidazione è accelerata dagli acidi grassi polinsaturi, dai metalli (ferro e rame) e dagli alcali. In assenza di ossigeno sono resistenti sia agli acidi che alle basi. Sono abbastanza resistenti al calore.

Fonti alimentari

La vitamina E è contenuta soprattutto negli alimenti origine vegetale. Gli oli vegetali risultano particolarmente ricchi in vitamina E. I processi di raffinazione degli oli di semi determinano perdite considerevoli di vitamina E.

In assenza di ossigeno e di perossidi la vitamina E può resistere fino a temperature di 200 °C. In presenza di metalli e di grassi rancidi viene ossidata rapidamente dall'ossigeno atmosferico.

La cottura dei cibi determina una riduzione del contenuto di vitamina; le perdite maggiori sono determinate dalla frittura e dalla cottura al forno. La conservazione degli alimenti comporta perdite graduali della vitamina soprattutto in presenza di acidi grassi polinsaturi; più è bassa la temperatura a cui sono mantenuti gli alimenti conservati, più sono ridotte le perdite.

Assorbimento, trasporto e metabolismo

L'assorbimento intestinale della vitamina E che deriva dalla dieta, segue lo stesso destino che hanno i lipidi e non fa distinzione tra le varie forme della vitamina.

Infatti, per un corretto assorbimento della vitamina, è necessario che si formino le micelle tramite l'azione dei Sali biliari e i vari prodotti dell'idrolisi dei grassi. Dopo essere stata assorbita dagli enterociti, la vitamina E, viene inserita all'interno dei chilomicroni grazie a quali, attraverso i vasi linfatici mesenterici, raggiunge prima la circolazione linfatica e da qui quella sanguinea.

La vitamina E contenuta nei chilomicroni, raggiunge il fegato, e viene successivamente incorporata nelle VLDL e passa nella circolazione sanguinea. Il metabolismo di queste lipoproteine ricche in trigliceridi comporta il trasferimento della vitamina ad altre classi di lipoproteine; infatti, le LDL contengono la maggior parte di vitamina E presente nel plasma.

È interessante notare che, principalmente, sia l'α-tocoferolo a legarsi alle VLDL nel fegato; questo è dovuto alla presenza della proteina di trasferimento dell'α-tocoferolo (α-TTP) che possiede un'affinità esclusiva per l'α-tocoferolo.

Tuttavia, il meccanismo di rilascio dell'α-TocH dal fegato mediato dall'α-TTP, non è stato ancora completamento chiarito. La vitamina E si deposita in molti tessuti e organi.

Il tessuto adiposo, il fegato e il muscolo contengono la maggior parte del tocoferolo presente nell'organismo. Gli isomeri della vitamina E non legati dalla α-TTP vengono poi metabolizzati da enzimi di fase I (catabolismo e riduzione della catena laterale) e enzimi di fase II (solfatazione e glucuronidazione). Questi metaboliti sono poi escreti tramite le feci e le urine.

Ruolo biologico

Tra le attività più note, troviamo la stabilizzazione delle membrane cellulari, soprattutto a carico dell'α-tocoferolo che, grazie alla sua configurazione sterica, permette l'inserimento trai lipidi di membrana, assicurando così anche la protezione degli acidi grassi polinsaturi dall'ossidazione.

Infatti, la vitamina E è uno scavenger di radicali liberi in grado di interrompere la catena di reazioni, generando un radicale tocoferossilico (α-Toc•) che è in grado di reagire con i composti riducenti, quali vitamina C e il glutatione ridotto, rigenerando la forma attiva della vitamina. Grazie a questo meccanismo, una singola molecola di tocoferolo può neutralizzare molte molecole di radicali liberi.

Azione antiossidante dell'α-tocoferolo

Fig. 2 Sintesi dell'azione antiossidante dell'α-tocoferolo. Immagine presa da (Miyazawa, 2019).

È stato dimostrato che la vitamina E è essenziale per il mantenimento dell'integrità strutturale delle membrane eritrocitarie, mitocondriali, nucleari e del reticolo endoplasmatico.

In particolare, gli eritrociti, data la loro funzione, sono particolarmente suscettibili allo stato ossidativo, infatti, gli eritrociti carenti di vitamina E sono molto più suscettibili all'emolisi di quelli normali. La vitamina E è in grado di inibire la protein chinasi C, che pare essere il meccanismo chiave di alcune delle proprietà inibitorie attribuite alla vitamina E nei confronti di alcuni fattori coinvolti nella genesi delle patologie vascolari.

Si è anche ipotizzato un ruolo protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari, dato il ruolo protettivo nei confronti dei molti processi che ne aumentano il rischio; tuttavia, i dati hanno generato delle risposte non del tutto chiare.

Nelle analisi epidemiologiche è stato rilevato che la quantità di vitamina E assunta tramite la dieta correlava negativamente con l'incidenza della morte per eventi cardiovascolari. Gli studi condotti sugli effetti della supplementazione a lungo termine hanno portato risultati contrastanti: alcuni hanno evidenziato una protezione altri no.

Tali differenze, probabilmente, possono essere spiegate dal fatto che in alcuni lavori è stata utilizzata la forma naturale dell'α-tocoferolo e in altri quella sintetica. Sono comunque necessari ulteriori studi per confermare questi dati.

Livelli di assunzione raccomandati

I livelli di assunzione raccomandanti vengono espressi in tocoferolo equivalenti:

1 tocoferolo equivalente = 1 mg α-tocoferolo = 1,5 UI =
2 mg β-tocoferolo = 3 mg γ-tocotrienolo = 10 mg γ-tocoferolo

Il fabbisogno di vitamina E è strettamente legato all'apporto di altri nutrienti e in particolare dei PUFA. In ogni caso, i valori non devono scendere al di sotto di 3 mg/die per le donne e di 4 mg/die per gli uomini.

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