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Autoradiografia

Isotopi radioattivi e radiografia

La radioattività è la proprietà dei nuclei atomici di alcune sostanze (radio, uranio, attinio, torio, etc.) di disintegrarsi spontaneamente emettendo radiazioni particolarmente intense e trasformandosi in nuclei di altri atomi solitamente più leggeri.

I metodi più usati per la rivelazione e la misura degli isotopi radioattivi sono basati sulla autoradiografia.

L'effetto fotografico, cioè la capacità delle radiazioni ionizzanti di impressionare una emulsione fotografica, è stato storicamente il primo metodo utilizzato per rilevare isotopi radioattivi.

Tale metodo venne utilizzato da Becquerel* per scoprire la radioattività naturale (1896); quest'ultima venne successivamente studiata dai coniugi Curie (1898), da E. Rutherford e da F. Soddy.

Tale tecnica viene impiegata principalmente quando interessa localizzare piccole e deboli zone radioattive eseguendo la cosiddetta autoradiografia ad esempio di una sezione di un tessuto animale o tessuto vegetale.

La autoradiografia permette quindi di studiare l'impronta fotografica prodotta dalle radiazioni emesse da atomi radioattivi naturalmente presenti o artificialmente introdotti per esempio in un tessuto animale o in un tessuto vegetale.

Come si esegue la autoradiografia

La autoradiografia si esegue ponendo il materiale fotosensibile a contatto con il preparato per un tempo sufficiente perché esso resti impressionato, e poi effettuare il normale sviluppo fotografico.

Tale metodo viene di solito usato solo a scopo qualitativo o semiquantitativo, ma presenta, se si impiegano accorgimenti particolari, dei risultati straordinari come potere risolutivo.

Ad esempio è possibile rivelare se una sostanza radioattiva si trova nel nucleo di una cellula o fuori di esso.

Tale tecnica pertanto trova impiego in biologia molecolare e in citologia per evidenziare molecole o strutture intra- o extra-cellulari marcate con isotopi radioattivi.

* l'unità di misura della attività di una sostanza radioattiva (il Becquerel) prende il nome in onore del fisico francese Henri Becquerel. Il Becquerel ha sostituito il Curie.

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